In arrivo il tanto atteso decreto di assimilazione rifiuti

È indubbiamente la novità più importante del mese dal momento che si tratta di un Decreto atteso fin dal lontano 1997 (sono trascorsi già 20 anni!).

È infatti dai tempi del “decreto Ronchi” (1997) che si attende il decreto ministeriale che avrebbe dovuto definire i criteri qualitativi e quantitativi in base ai quali i comuni (che dovrebbero gestire solo i rifiuti prodotti dalle utenze domestiche e i rifiuti prodotti dalle utenze non domestiche che sono assimilabili, per quantità e qualità, ai rifiuti prodotti dalle utenze domestiche) possono far rientrare nei confini della loro privativa anche alcuni tipi di rifiuti speciali prodotti dalle attività economiche.

In mancanza di una norma nazionale di riferimento, negli ultimi vent’anni i comuni hanno potuto adottare il proprio regolamento di assimilazione in totale autonomia e libertà, spesso con l’obiettivo di riportare anche i rifiuti speciali entro i confini della privativa con importanti ripercussioni sia per i produttori (es: aumento degli importi della tassa rifiuti) sia per le aziende della raccolta rifiuti che si sono viste sottrarre la materia più preziosa da raccogliere e avviare a recupero (concorrenza sleale).

Il Tar del Lazio ha definito illegittimo in una sentenza (n. 04611/2017) il ventennale silenzio del Ministero dell’Ambiente e obbliga l’ente ad adottare, entro un termine massimo di 120 giorni, il Decreto Ministeriale sull’assimilazione rifiuti.

Prestate attenzione all’argomento perché potrebbe tradursi in importanti possibilità di riduzione della tassa rifiuti.

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